Se ai giorni d’oggi il marketing diventa sempre più 2.0, con una presenza massiccia delle aziende sui social network che ormai ne hanno capito la schiacciante importanza per le proprie strategie di mercato non si può dire lo stesso degli amministratori che sono chiamate a condurle e a guidarle.
Una ricerca di Augre, azienda fornitrice di software per la misurazione della reputazione aziendale, ci svela infatti che oltre il 70% dei CEO delle più grandi multinazionali al mondo, ovvero le società Nasdaq 100, non abbia profili sui social network.
Amministratori: i grandi assenti
Ma la cosa si fa ancora più sorprendente se andiamo a vedere di quali aziende sono amministratori delegati questi illustri assenti. Possiamo trovare difatti nomi come quello di Steve Ballmer, l’attuale CEO della Microsoft o quello di Brian Krzainch, amministratore delegato di Intel, o ancora quello di Jeff Bezos che dirige Amazon.
Insomma persone a guida di aziende che traggono la loro linfa vitale dal web e dai social network. Nei dipartimenti marketing delle aziende però spesso si capisce come la presenza di un amministratore delegato sui social network, ovviamente se ben organizzata, possa risultare un punto di vista non soltanto per la persona in questione, ma per l’intera compagnia.
Rafforzando l’immagine pubblica del CEO i social network sembrano donare un’immagine di affidabilità ed apertura all’intera azienda, oltre ovviamente ad un’immediata ed enorme visibilità. Questo lo possiamo vedere dal profilo Twitter di Tim Cook, Ceo di Apple che su Twitter vanta quasi 420 mila follower o da quello di Marissa Mayer, che alla guida di Yahoo, ha superato i 500 mila follower.
Amministratori sui social network: la situazioni in Italia
Ed in Italia? Bè nel nostro paese la situazione non è molto diversa, anzi, anche qui i CEO che utilizzano i social network sono ancora mosche bianche. Ed anche nel Bel Paese è infatti lunga la lista dei amministratori assenti sui social network come ad esempio Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat SPA, mancano anche Fulvio Conti e Paolo Scaroni che guidano rispettivamente Enel e Eni, ma anche Alessandro Profumo a capo della banca Monte dei Paschi di Siena, così come Marco Tronchetti Provera della Pirelli o Andrea Guerra di Luxottica.
Insomma possiamo affermare che gli amministratori delegati delle maggiori imprese del nostro paese non siano presenti con un proprio profilo personale sui social. Ma chi sarebbero queste mosche bianche, pionieri del web 2.0 nel nostro paese? Francesco Corallo ad esempio ha un profilo sul social network Quora, dedicato a domande e risposte su qualsiasi argomento, Alessandro Benetton ha un profilo twitter anche se non sembra cinguettare così spesso, Renato Soru e Marco Patuano rispettivamente fondatore di Tiscali e dirigente Telecom sono presenti su Twitter.
Certo i social network possono essere un’arma a doppio taglio, inoltre l’amministratore delegato di un’azienda può spesso trovarsi a doversi barcamenare tra molti impegni e responsabilità, quindi può non trovare il tempo per un post o un cinguettio. Tenendo conto di queste considerazione riteniamo comunque molto importante la presenza dei CEO sulla rete, e siamo convinti che questa tendenza non potrà che seguire un trend crescente.