Gli enti si troveranno così costretti per ogni fattura ricevuta ad effettuare una scissione dei pagamenti:
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Il meccanismo dello split payment dovrà essere applicato solo alle operazioni effettuate dal 2015 (non si applica alle operazione fatturate entro il 2014 – ipotesi paventata temporaneamente), comprese quelle in regime di esigibilità differita incassate nel 2015.
Da un punto di vista operativo, lo split payment prevede l’emissione della fattura regolarmente con IVA da parte del Fornitore indicando che l’imposta non sarà incassata ai sensi dell’art. 17-ter del DPR 633/72.
L’imposta così indicata in fattura dovrà essere regolarmente registrata in contabilità dal venditore e potrà essere stornata in due modi:
Nella fattura emessa dal fornitore ci sarà una dicitura per lo split payment con evidenziata l’IVA addebitata ma che non sarà incassata. Un esempio di dicitura da indicare in fattura:
Operazione assoggettata a split payment con IVA non incassata dal cedente ai sensi dell’ex art.17-ter del DPR 633/1972
Per il versamento dell’imposta la PA potrà utilizzare diverse modalità di versamento dell’IVA:
In attesa dell’emanazione del decreto attuativo e del necessario adeguamento dei sistemi informatici di gestione amministrativo contabile delle PA, le amministrazioni fino al 31 marzo dovranno accantonare le somme corrispondenti al successivo versamento dell’imposta che, in ogni caso, sarà dovuta entro il 16/04/2015.
Con l’entrata in vigore del decreto dignità lo split payment è abolito per i liberi professionisti.
I professionisti, in un primo momento esclusi (vedi il paragrafo successivo) sono stati ricompresi nel meccaniscmo dello split Payment. Di seguito il comunicato del Consiglio dei Ministri.
In particolare, l’estensione riguarda tutte le amministrazioni, gli enti ed i soggetti inclusi nel conto consolidato della Pubblica Amministrazione, le società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, di diritto o di fatto, le società controllate di diritto direttamente dagli enti pubblici territoriali, le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana. Inoltre, si ricomprendendo anche le operazioni effettuate da fornitori che subiscono l’applicazione delle ritenute alla fonte sui compensi percepiti (essenzialmente liberi professionisti).
Le modifiche sopra esposte si applicano dalle fatture emesse a partire dal 1° luglio 2017.
Alcune categorie di fornitori della PA esclusi dall’applicazione dello split payment. In particolare non rientrano nel meccanismo dello split payment:
Per i professionisti l’applicazione dello Split Payment rappresenterebbe un ulteriore decremento della liquidità da incassare visto che i compensi sono già al netto della ritenuta.
Con l’entrata in vigore del DL 50/2017 è stato integrato l’elenco dei soggetti tenuti allo SPlit Payment che si riporta di seguito:
Le considerazioni in un certo senso sono davvero scontate: si sottrae ancora liquidità alle imprese che non incasseranno l’IVA e potranno facilmente vantare Crediti IVA da recuperare avviando procedure di rimborso con ulteriori adempimenti a carico delle imprese stesse e dei professionisti.
Lo Stato ovviamente cerca in questo modo di incassare più facilmente l’IVA direttamente dagli Enti Locali e garantendosi quindi un gettito maggiore di imposta (maggiore liquidità in tempi celeri) a fronte di maggiori debiti per IVA che dovrà restituire alle imprese.
Il nuovo meccanismo dello Split Payment si affianca alle nuove tematiche in tema di fattura elettronica verso la PA che dal prossimo 31 marzo sarà operativa anche per gli enti locali e che hanno l’obiettivo di snellire e garantire maggior funzionamento della PA ed un maggiore controllo sulle spese degli enti locali
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