I tubi LED rappresentano una soluzione efficace per risparmiare energia non solo nel contesto di un’abitazione privata, ma soprattutto nei parcheggi, nei centri commerciali, nei magazzini e in azienda negli uffici. In tali ambiti per anni sono stati i tubi al neon a garantire l’illuminazione, ma oggi il sopravanzare di tecnologie nuove richiede un aggiornamento che è destinato a garantire spese più basse per i consumi. I Tubi LED, per altro, possono essere installati senza difficoltà negli apparecchi già predisposti per quelli al neon.
Guida al Contenuto
Scegliere con cura i dispositivi impiegati per l’illuminazione artificiale vuol dire incidere sul consumo energetico e, al tempo stesso, determinare la vivibilità e il comfort di un ambiente. Nel momento in cui si provvede alla riqualificazione energetica di un edificio, il passaggio dai tubi fluorescenti ai loro eredi LED rappresenta una delle soluzioni più importanti da adottare. I tubi di ultima generazione, infatti, assicurano un livello di efficienza molto più elevato rispetto a quelli tradizionali, e offrono un’illuminazione ottimale anche a fronte di un flusso luminoso minore.
I tubi al neon si basano su un gas nobile di riempimento – il neon, appunto – a bassa pressione. Essi consistono in elementi lineari composti da un tubo in vetro sigillato che al proprio interno include una goccia di mercurio. Due elettrodi presenti alle estremità producono un flusso di elettroni nel momento in cui sono attraversati dall’energia elettrica; tale flusso fa sì che i gas generino una radiazione nell’ultravioletto, e quest’ultimo induce il materiale fluorescente a produrre luce (o, per essere più precisi dal punto di vista del linguaggio, a emettere radiazione visibile). La radiazione visibile viene in parte trasformata in calore, ed è per questo motivo che i tubi al neon sono riscaldati.
Affinché i tubi al neon possano funzionare e generare la luce di cui si ha bisogno è necessaria una tensione elettrica pari a 400 V, che dipende dalla presenza di uno starter e di un ballast (in altri termini, un reattore), indispensabile per garantire la sovratensione. Questa è la ragione per la quale i neon tradizionali non si accendono subito e, prima di emettere la luce, producono uno sfarfallio caratteristico.
Nel caso dei tubi a LED, le modalità di funzionamento sono differenti. Queste lampade tubolari non presentano al proprio interno alcuna traccia di mercurio e non contengono alcun gas nobile che deve essere ionizzato. Realizzati in plastica, non generano calore e non necessitano di un reattore e di uno starter per accendersi: proprio per questo la loro accensione è istantanea, a differenza di quella delle lampade fluorescenti. I tubi LED non contengono sostanze nocive e, ovviamente, non ne emettono; un altro vantaggio che li contraddistingue riguarda il fatto che non richiedono manutenzione.
Dal punto di vista della resa illuminante, i tubi a LED sono da preferire a quelli al neon. In genere negli ambienti chiusi l’illuminazione artificiale dipende da tubi lineari e da plafoniere a soffitto. La radiazione luminosa che viene prodotta dai tubi al neon è distribuita nei 360 gradi in modo omogeneo, ma non è detto che questo sia un vantaggio, anzi: un elemento a soffitto, infatti, si contraddistingue per un ventaglio di luce di 120 gradi, il che vuol dire che due terzi dell’energia luminosa che viene prodotta sono sprecati. C’è da dire, comunque, che le proprietà riflettenti del soffitto e delle pareti permettono di recuperare – anche se solo in parte – la radiazione luminosa che non è indirizzata verso la superficie sottostante. A volte tale obiettivo viene raggiunto anche rivestendo l’interno dei tubi con materiali satinati o riflettenti o con l’aiuto di vernici bianche. In altri termini, la luce orientata verso la superficie si compone di una parte di luce diretta e di una parte di luce indiretta. Ecco perché i tubi a LED sono più efficaci.
Con le lampade tubolari a LED, tutta la luce che viene prodotta è indirizzata verso la superficie che deve essere illuminata: questo significa che non c’è bisogno di ulteriori elementi riflettenti e che non si verificano dispersioni. Nel confronto con i tubi al neon, pertanto, a parità di flusso luminoso i LED assicurano un livello di efficienza superiore.
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I tubi al neon si basano su un gas nobile di riempimento – il neon, appunto – a bassa pressione. Essi consistono in elementi lineari composti da un tubo in vetro sigillato che al proprio interno include una goccia di mercurio. Due elettrodi presenti alle estremità producono un flusso di elettroni nel momento in cui sono attraversati dall’energia elettrica; tale flusso fa sì che i gas generino una radiazione nell’ultravioletto, e quest’ultimo induce il materiale fluorescente a produrre luce (o, per essere più precisi dal punto di vista del linguaggio, a emettere radiazione visibile). La radiazione visibile viene in parte trasformata in calore, ed è per questo motivo che i tubi al neon sono riscaldati.
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