È ufficiale: nelle scorse ore il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la riforma che vieterà l’immatricolazione di auto a diesel e benzina entro il 2035. La decisione presa dalla Comunità Europea, ovviamente, si inserisce in un ampio progetto di abbattimento delle emissioni inquinanti dei veicoli su quattro (o più ruote), con un occhio di riguardo al Pianeta Terra sempre più spesso sconvolto da eventi climatici estremi.
Il piano, dunque, includerà non soltanto profonde modifiche al settore automobilistico ma anche a tutto il reparto dei mezzi pesanti, inclusi i bus urbani, i pullman e i camion, dove opera attualmente Senatransukraina.
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Nel corso dell’ultima plenaria degli europarlamentari tenutasi a Strasburgo qualche giorno fa, 340 deputati hanno votato a favore del regolamento, mentre 279 si sono dimostrati contrari e 21 si sono astenuti.
All’importante e ambizioso obiettivo del 2035, va ricordato, si arriverà con una serie di step graduali: il primo obiettivo intermedio è stato fissato al 55% per i veicoli su due ruote entro il 2030, mentre quello per i mezzi pesanti è fissato al 50%. L’unica eccezione per il momento è stata concessa alle supercar.
L’iter di revisione imposto dalla Commissione Europea per le emissioni di CO2 di camion e autobus cittadini prevede zero emissioni a partire dal 2030 per tutti i bus che circolano in città e un taglio delle emissioni del 90% per tutti gli altri mezzi pesanti a partire dal 2040.
Nel caso dei mezzi pesanti, come sottolineato dal vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans emergono necessità diverse rispetto alle autovetture su due ruote. Questo tipo di mezzi, com’è ovvio, richiede infatti un enorme quantitativo di energia e, soprattutto in certi tipi di condizioni climatiche avverse, emerge ancora la necessità di utilizzare i classici motori termici.
Bruxelles terrà a proposito monitorati i valori limite di emissioni di C02 e i dati reali sul consumo di carburante ed energia, proponendo specifiche metodologie per l’adeguamento delle flotte: l’Unione Europea, ad ogni modo, prevede anche esenzioni per tutte le aziende che producono meno di mille nuovi veicoli ogni anno.
Gli adeguamenti del settore dei trasporti pesanti si sono resi necessari alla luce di valutazioni precise rispetto alle emissioni dei mezzi che, ogni giorno, ci aiutano a trasportare centinaia di tonnellate di merce da un punto all’altro dell’Unione Europea.
In questa fase storica, il 99% dei camion e degli autobus in circolazione ha motori a combustione interna, e sono tutti motori a diesel. La transizione verso modalità più green permetterà quindi al settore di impattare molto di meno sull’inquinamento atmosferico, che ogni anno è collegato alla morte di oltre 300.000 cittadini europei.
Alla luce di quanto detto finora, è piuttosto comprensibile che le scelte dell’Unione Europea abbiano causato più di qualche malumore su chi ancora nutre dei dubbi sulla reale capacità delle aziende di adattarsi a tali cambiamenti. Tuttavia, il futuro sembra proprio essere prerogativa dei mezzi elettrici: la rivoluzione è già in atto e la posta in gioco è il benessere del nostro pianeta e delle future generazioni.
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