Il futuro del gioco d’azzardo è diviso e influenzato da due fattori di particolare rilevanza: il primo è che in Italia continua ad aumentare sempre di più la spesa per il gioco, alcuni settori dell’azzardo sono in crisi mentre altri crescono ad un ritmo esponenziale con il risultato che ogni anno gli italiani si affidano sempre più alla sorte, stando ai dati; il secondo è che nel marzo del 2018 in Italia è salito al potere un governo decisamente contrario al gioco d’azzardo, all’estrema affezione che gli italiani mostrano per esso, in generale deciso ad osteggiare la crescita del settore in favore di una diminuzione della spesa in gioco d’azzardo.
Questi due fattori hanno caratteristiche diametralmente opposte ma saranno entrambi presenti nel futuro del settore, va ancora compreso in quale misura. Innanzitutto bisogna partire dalla fotografia odierna di un paese che ha a tutti gli effetti un problema con il gioco. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ADM prima detta AAMS, si occupa ogni anno di redigere un resoconto statistico dell’attività di dogane e monopoli, in questo che viene chiamato Libro Blu viene compreso anche il gioco d’azzardo. L’ultimo resoconto è stato pubblicato solo il 5 dicembre 2018 (normalmente è disponibile già in primavera) e, relativamente al gioco d’azzardo, riporta un dato importante: nel 2017 gli italiani hanno speso più di 100 miliardi di euro in gioco d’azzardo.
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La crescita del gioco d’azzardo
In pratica la crescita costante del gioco ha portato la raccolta totale a sfondare il muro dei 100 miliardi e ad attestarsi, precisamente, a 101,8 miliardi di euro investiti nelle varie scommesse, +6% rispetto al 2016 e +15,4% rispetto all’anno prima ancora. I risultati del 2018 non sono stati ancora resi noti, verosimilmente saranno comunicati nei primi mesi del nuovo anno a seguito delle svariate rilevazioni che restituiranno un quadro completo. Pare certo però che il dato non possa che andare a rinforzarsi, basti far fede ai rilevamenti della stessa ADM sulle entrate erariali dei giochi nel 2018 tra gennaio e ottobre: in 9 mesi sono stati raccolti 12 miliardi, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si tratta di un aumento di 558 milioni pari ad un +4,9%, un plus che non potrà che tradursi in un aumento della raccolta totale.
Osservando il dato più nello specifico possiamo vedere che di questi quasi 102 miliardi di euro ben 82,9 miliardi siano ritornati nelle tasche degli italiani sotto forma di vincite al gioco, tutto il resto rappresenta la spesa ovvero ciò che verrà spartito tra prelievo erariale dello Stato (10,3 miliardi) e il ricavato della filiera (8,6 miliardi). Segmentando il dato si può vedere che, come moderna consuetudine, quasi la metà del gioco passa da slot machine e videolottery disseminate sul territorio. Le prime portano in cassa 25,5 miliardi di euro, le seconde 23,5. In questo caso vanno considerate anche le rilevazioni regresse che vedono le slot in costante diminuzione per opera di una politica tesa al ridimensionamento del loro numero, le VLT invece aumentano e nonostante siano inferiori di numero raccolgono quasi la stessa cifra, approssimandosi ad un sorpasso che forse è già avvenuto nel 2018.
Il Gambling senza freni
Il settore che invece non conosce arresti nella sua galoppante crescita è il gambling, definizione tecnica di gioco d’azzardo online. Il settore nel 2017 ha quasi toccato i 27 miliardi di euro segnando una crescita del 26%. Negli anni il gioco digitale è riuscito a occupare un quarto del valore complessivo del mercato, c’è poco da stupirsi considerando che le aziende produttrici dei giochi stanno investendo tutto o quasi nel portare tutto il giocabile in analogico anche sul digitale. Tutto un casinò è oggi disponibile sul proprio cellulare, slot machine e videolottery digitali affollano i siti dei principali player di mercato con le loro versioni responsive, queste nuove modalità di gioco fanno gola a chiunque e spopolano tra i giovani.
In merito a questi ultimi le ricerche segnalano che esiste un problema e va affrontato. La Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR ha condotto uno studio sulla diffusione del gioco d’azzardo tra gli italiani. Un intero capitolo è stato dedicato al gioco d’azzardo tra gli studenti di 15-19 anni, dalle rilevazioni emerge che nel 2017 il 36,9% degli intervistati ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nel corso dell’anno solare in questione, di questi il 13,5% presenta un profilo a rischio, il 7,1% invece mostra un profilo problematico in base al test SOGS-RA, un test creato appositamente per valutare i casi di disturbo da gioco d’azzardo.
Il governo ed il gioco d’azzardo
In considerazione di questi dati il governo italiano, l’esecutivo Lega – Movimento 5 Stelle, è entrato a gamba tesa sul tema passando ai primi provvedimenti in aperto contrasto al gioco d’azzardo. A luglio è passato alla Camera il testo del decreto dignità poi divenuto legge il mese successivo, un provvedimento che interviene su diversi ambiti ma che, nello specifico del tema, vieta la pubblicità e le sponsorizzazioni per il gioco d’azzardo. Dalla prossima estate non ci saranno più reclame televisive o magliette di società sportive che riportino i loghi delle aziende del gioco, lo strumento del marketing verrà sottratto a queste ultime proprio per impedire il proliferare di nuovi e giovani giocatori.
Gli addetti ai lavori hanno sollevato un’obiezione: la pubblicità ha sempre aiutato a distinguere il gioco lecito dall’illecito, eliminandola si apriranno le porte al gioco illegale. Dal governo, in particolar modo dalla figura di Luigi Di Maio che è stato anche il primo firmatario del DL, rispondono che proprio la pubblicità ha causato il problema della eccessiva diffusione del gioco, che la manovra mira a far calare il livello di gioco in generale e non solo quello illecito. D’altro canto però i copiosi introiti assicurati dal gioco non verranno meno nei prossimi anni, così come assicurato dagli stessi tecnici del governo e dall’innalzamento del prelievo erariale già annunciato nell’ambito della legge di bilancio 2018. Quindi il gioco sarà osteggiato eppure continuerà a crescere, gli effetti del decreto dignità potranno essere letti con più lungo respiro, nel frattempo c’è da auspicare che la questione venga affrontata anche da un punto di vista sociale e con maggior coinvolgimento degli operatori di un settore cui lo Stato ha dichiarato guerra, certo, ma che pur rappresenta un economia florida e, in qualche modo, da salvaguardare per indotto e posti di lavoro.