La scadenza dell’IMU è passata da poco e già bisogna fare i conti con le pratiche di rimborso IMU versato in eccesso.
Per gli addetti ai lavori non è stato un buon periodo. Le norme sono state adeguate in corsa, i tempi anticipati, le delibere degli enti locali sono arrivate in ritardo, le tabelle ufficiali delle aliquote hanno mandato in tilt l’Assosoftware.
Gli errori ci possono essere stati ed in caso di versamenti inferiori è possibile ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso, mentre in caso di versamenti in eccesso è possibile chiedere il rimborso dell’IMU.
Per fare chiarezza sulle modalità di rimborso dell’IMU è intervenuto il ministero dell’Economia e delle Finanze con la risoluzione 2/DF per fornire alcuni chiarimenti.
La risoluzione, disponibile in allegato al presente articolo, sancisce subito la natura di tributo comunale dell’IMU nonostante la destinazione di una quota del gettito allo Stato. Quindi l’ente competente per i rimborsi dell’IMU è il comune che deve provvedere al rimborso dell’IMU in eccesso entro 180 giorni dalla presentazione dell’istanza da parte del contribuente.
Nella risoluzione sono elencati una serie di esempi di rimborsi dell’IMU.
Guida al Contenuto
In questo caso un contribuente versa l’imu allo stato ed al comune inquadrando il proprio immobile come abitazione secondaria. In seguito si accorge di godere delle agevolazioni per abitazione principale che azzera del tutto l’imposta. In questo caso sarà il Comune a dover ricevere ‘istanza del contribuente. Per la liquidazione delle quota versata allo Stato saranno fornite ulteriori istruzioni.
Anche in questo caso l’istanza deve essere indirizzata al Comune di competenza specificando l’errata imputazione delle quote. Il versamento in eccesso sarà rimborsato dal comune che dovrà poi effettuare le relative regolazioni finanziarie per la somma non incassata.
Anche nel caso in cui un contribuente versa allo Stato importi non dovuti potrà recuperarli compensando con gli importi a saldo dovuti al Comune presentando un’istanza che spiega le motivazioni del versamento ridotto.
Anche in caso di codici tributo errati dovrà essere il Comune a ricevere l’istanza del contribuente che provvederà poi ad effettuare le dovute regolazioni.
Se l’intermediario che riceve il versamento riporta in modo errato il codice catastale dovrà richiedere l’annullamento del modello F24 e rinviarlo con i dati corretti.
Cosa succede se il codice catastale lo sbaglia il contribuente? Nella risoluzione il caso non è menzionato.
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