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11200 fallimenti in Edilizia: risultati Austerity in Italia

Il piano di Austerity dagli ultimi governi Italiani ha portato a una serie di misure senza eguali al mondo che hanno creato un enorme scompenso e influenzato l’economia del Paese. In questi casi è sempre rischioso puntare il dito dato che l’effetto non è mai il risultato di un unico aspetto.

Si può dire però che l’introduzione di misure di Austerity senza nessun sostegno al mercato interno ha prodotto risultati catastrofici. Per il momento la situazione è terribile, all’orizzonte non si vedono miglioramenti ed i dati sono sconcertanti soprattutto per il mercato immobiliare. Paradossalmente è stata la crisi immobiliare causata da una bolla speculativa a dare il via alla crisi in tutto il mondo. In Italia il settore godeva di una certa salute: ritmi del mercato nella norma e sono stati proprio i goffi tentativi di risanare i conti dello Stato a causare il vortice di condizioni che hanno paralizzato il mercato immobiliare italiano.

Imprese edili: i numeri dei fallimenti

11.200 imprese edili sono fallite, circa il 30% delle rimanenti al momento è in situazione precaria dato che non ha risorse per sopravvivere alla mancanza di liquidità. Una situazione che si è tradotta nella perdita di 690.000 posti di lavoro, con oltre 10.000 persone in cassa integrazione con poche possibilità di venire reintegrate. In termini di denaro si tratta di ben 74 miliardi di euro persi dalla contrazione del settore immobiliare: una situazione trattata ancora in modo abbastanza superfluo dall’establishment italiano che non è stato capace di proporre ne introdurre misure straordinarie per risolvere questa situazione.

A breve ed a corto termine, anche se le recenti dichiarazioni del Presidente della Banca d’Italia, Visco, fanno sperare a una leggera crescita per fine anno, non è quel 0 virgola qualcosa di PIL a poter dare speranza e denaro a decine di migliaia di persone rimaste senza lavoro e alle migliaia di imprenditori falliti.

Misure Espansive per la ripresa

Sicuramente la via della ripresa dell’Italia passerà per una fase di stasi in cui sarà la crescita di altri Paesi a trainare l’economia Italiana, ma non c’è dubbio che finché l’Austerity non verrà sostituita da misure espansive (come quelle operate in Giappone e Stati Uniti) o dal sostegno del mercato interno (come fatto dagli altri Paesi Europei che hanno scelto l’Austerity) non ci sarà nessuna risalita del Bel Paese che non può sperare di farsi trainare relegandosi al ruolo di Paese esportatore di prodotti di lusso e di cervelli in fuga.

La ripresa deve passare per un settore importante e capace di muovere grosse somme di denaro come quello immobiliare. Un settore capace di far circolare denaro nelle tasche di imprenditori, investitori, lavoratori e nelle casse dello Stato, il primo settore quindi su cui concentrarsi al momento per risolvere questa difficile soluzione.

Luca Valente

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